S 7 - Škrbina: retrovie del fronte / po zaledju soške fronte
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Škrbina/Scherbina: escursione nelle retrovie del fronte dell’Isonzo sul Carso di Komen/Comeno

 

Lunghezza/ durata dell’escursione: 12,2 km, 3-4 ore

Difficoltà: non impegnativo

Punto di partenza: presso l’ex scuola di Škrbina/Scherbina

Informazioni: Ufficio Turistico - Turistično Društvo VRT, Škrbina/Scherbina

 

L’escursione si inoltra nel cuore del Carso di Komen/Comeno, nella zona dell’altopiano tra Škrbina/Scherbina, Sveto/Sutta e Lipa/Lippa di Comeno, piccoli paesi carsici non direttamente coinvolti nelle battaglie delle Prima Guerra Mondiale, ma non per questo non colpiti dalla guerra. Qui si trovava l’immediata retrovia del fronte, soprattutto dopo la sesta battaglia dell’Isonzo, quando i combattimenti si spostarono dalla zona di Doberdò del Lago (Doberdob) al Carso di Komen/Comeno. Gli abitanti furono sfollati, il paese venne occupato dall’esercito che lo trasformò in magazzini, officine e ospedali, vi scavò rifugi, vi costruì strade, acquedotti e ferrovie militari.

 

Škrbina/Scherbina è un piccolo centro abitato situato ai piedi delle alture che, a nord, racchiudono l’altopiano del Carso. Le prime notizie di questo paese risalgono all’anno 1200, quando viene citato, col nome di Serbin, in un elenco dei conti di Gorizia. La strada suddivide il paese nella parte superiore e inferiore, strette attorno ad alcune fertili doline. Dalla sagoma del paese, composto da case carsiche di pietra, spicca la chiesa di S. Antonio da Padova, nella parte superiore dell’abitato. L’edificio di oggi è sorto al posto della chiesa precedente del ‘500, ampliata in seguito diverse volte. Il campanile è in stile aquileiese, il che non sorprende, vista l’appartenenza ecclesiastica della zona ad Aquileia.

 

Il punto di partenza dell’escursione è davanti all’ex scuola di Škrbina/Scherbina, da cui partiamo per scendere a Dolenji Konec, la parte meridionale del paese. All’incrocio presso la vasca giriamo a sinistra, inoltrandoci tra le vecchie case dove, al bivio seguente, imbocchiamo il sentiero sterrato a destra, che lascia il paese dirigendosi verso Sveto/Sutta. Un tempo questa strada era percorsa dagli abitanti di Sveto/Sutta che si recavano a Škrbina/Scherbina per andare al mulino o dal fabbro oppure, proseguendo, per lavorare nei vigneti dalla parte del Vipava. Raggiungiamo poco dopo il bosco attraverso il quale risaliamo dolcemente verso Sv. Miklavž.

 

Sv. Miklavž è un’altura che si eleva leggermente a nord del paese di Sveto/Sutta. Sulla sua cima si trovava un castelliere, un insediamento risalente all’età del ferro, circondato da possenti terrapieni di pietra che ancor oggi sono testimoni dell’insediamento preistorico del Carso. Uno accanto all’altro, c’erano addirittura due di questi insediamenti, Martinišče un po’ più a ovest e Miklavž a est, che prende il nome dalla chiesetta di Sv. Miklavž (S. Nicola) che sorgeva qui in epoca medievale, all’inizio del millennio precedente, meta di una via di pellegrinaggio. Ai tempi degli attacchi turchi, gli abitanti del luogo vi allestirono un accampamento, in cui rifugiarsi durante le scorrerie. 

Dalla fortificazione di Miklavž, scendiamo verso il paese di Sveto/Sutta. Tra le case in pietra, una più imponente dell’altra, ci dirigiamo verso la chiesa di S. Egidio (sv. Tilna).

 

La chiesa di S. Egidio (sv. Tilna) si trova nella parte centrale del paese, chiamata Briteh (un tempo accanto alla chiesa c’era anche un cimitero). Sveto/Sutta è un paese piuttosto esteso ed articolato, con oltre duecento abitanti. La chiesa, risalente al ‘500, è conosciuta per la sua forma inconsueta, visto che il soffitto ottagonale è sostenuto, come un ombrello, dalla colonna centrale. Degno di nota l’altare principale, trasferito qui da Gorizia, che è certamente uno dei più begli altari in pietra barocchi di tutta la Slovenia.

Accanto alla chiesa cresce il maestoso tiglio “cinquecentenario”, sotto al quale gli abitanti del paese solevano riunirsi e discutere i problemi della comunità. Di fronte al tiglio, si trova il pozzo del paese, in dialetto “štirna”, dal quale si attingeva l’acqua prima dell’arrivo dell’acquedotto. 

Se lasciamo la chiesa e, passando accanto all’ex trattoria, svoltiamo in direzione di Lipa/Lippa di Comeno, possiamo vedere alla nostra destra il cimitero militare.

 

Il cimitero militare austro-ungarico fu costruito durante la Prima Guerra Mondiale su una zona pianeggiante in mezzo al paese, non distante dalla chiesa, in cui venne allestito l’ospedale militare. Nel cimitero sono sepolti circa 4.000 soldati, soprattutto ungheresi. Al centro del cimitero si erge un monumento a forma piramidale, caratteristico dei reggimenti ungheresi.


Dopo il cimitero, fuori dal paese, incontriamo un bivio dove proseguiamo diritti sulla strada sterrata (dopo pochi metri, sulla destra, vediamo la grande pozza in cui un tempo si abbeverava il bestiame). Dopo neanche 200 metri, usciti dal boschetto, giriamo a sinistra e poi, percorsi altri 100 metri (in direzione di una poco lodevole discarica) svoltiamo invece a destra. Ci ritroviamo sul tracciato della ferrovia militare della Prima Guerra Mondiale che collegava Dutovlje/Duttogliano a Kostanjevica/Castagnevizza, passando per Komen/Comeno.

Riguardo la ferrovia militare costruita dall’esercito austro-ungarico durante la Prima Guerra Mondiale per rifornire la parte settentrionale del campo di battaglia dell’Isonzo si è già detto molto in occasione delle escursioni attorno a Temnica/Temenizza, perciò aggiungeremo soltanto che il terrapieno di pietra del tratto tra Sveto/Sutta e Temnica/Temenizza, lungo il quale ci condurrà il sentiero, è molto ben conservato. Poiché le speciali locomotive di questa linea potevano solo tirare i vagoni, ma non potevano né spingerli né guidarli in senso inverso, lungo la linea sono stati disposti dei piazzali di manovra. Uno di questi si trova tra Sveto/Sutta e Lipa/Lippa di Comeno, sotto il Goli vrh, dove è possibile osservare ancor oggi un allargamento del tracciato, sebbene non siano più visibili le rotaie e gli edifici, coperti dalla vegetazione. L’area circostante la linea ferroviaria era, durante la guerra, piuttosto arida, rocciosa e con scarsa vegetazione. Successivamente venne sottoposta ad un’opera di rimboschimento, soprattutto con pino nero, e i pascoli, con l’abbandono dell’allevamento, si ricoprirono di vegetazione, le chiome degli alberi nascosero chilometri di muretti di pietra, costruiti dagli abitanti del Carso lungo i sentieri o per delimitare i vari appezzamenti, utilizzando le pietre che ottenevano bonificando i terreni.

 

Il sentiero lungo il tracciato della ferrovia ci conduce ad una biforcazione, dove la ferrovia è attraversata dal sentiero sterrato che da Lipa/Lippa di Comeno porta a Ivanji Grad. In questo punto il nostro itinerario si congiunge al percorso dell’escursione tra Temnica/Temenizza e Lipa/Lippa di Comeno, che continua lungo la linea ferroviaria verso Temnica/Temenizza. Noi svoltiamo invece a destra, sul sentiero sterrato che porta a Lipa/Lippa di Comeno. Qualche notizia più approfondita su Lipa/Lippa di Comeno si può leggere nell’escursione che parte da Temnica/Temenizza.

Dalla chiesa di Lipa/Lippa di Comeno, risaliamo passando accanto al cimitero. Al bivio posto al limitare del paese gireremo a sinistra. Dopo circa 100 metri ci ritroviamo ad una diramazione del sentiero che porta a due cimiteri militari.

 

A sud-est del paese di Lipa/Lippa di Comeno si trovano due cimiteri militari, chiamati Lipa I e Lipa II. Il cimitero Lipa I è posto più a sud e si è trasformato in una distesa d’erba. Le croci sono andate distrutte. Al centro è situato un monumento comune, senza iscrizione. Il cimitero Lipa II è caratterizzato da una pianta irregolare. L’ingresso con pilastri e il monumento centrale comune sono stati restaurati. Nel muro a sinistra dell’ingresso sono poste alcune croci con i nomi dei caduti. In questo cimitero sono sepolti i soldati del 46° e 39° Reggimento di fanteria (IR 46 e IR 39), provenienti dai dintorni di Szeged e Debrecen, in Ungheria.


Lasciando i due cimiteri, torniamo sulla strada sterrata e seguiamola fino a raggiungere la strada che collega Lipa/Lippa di Comeno a Dornberk/Montespino, nella Vipavska dolina/valle del Vipacco. La percorriamo per cento metri e poi, arrivati alla curva, scendiamo verso Šibelji/Sibeglia.

 

Šibelji/Sibeglia è un piccolo paese sorto lungo la strada che attraversa la Vipavska dolina/valle del Vipacco. Sotto il paese, a Laze, si trovano alcune doline coltivate delle quali va citata una in particolare, la più grande, sulla sinistra del sentiero che esce dal paese. Al centro della dolina si trova infatti un pozzo, scavato dalle truppe austro-ungariche. La parte superiore in muratura è profonda e larga circa tre metri e continua poi per altri 16 metri di profondità. Questo pozzo non si prosciuga mai. L’acqua veniva usata per bere, ma veniva anche trasportata sui carri per abbeverare gli animali. Sul sentiero, nel punto in cui si svolta per raggiungere la dolina, c’è un interessante pietra del 1864 su cui è scolpita una scritta in ricordo di un evento straordinario: dopo un violento temporale, la dolina si riempì completamente d’acqua che si riversò in quella accanto. 

Da Šibelji/Sibeglia proseguiamo lungo il sentiero sterrato che porta a Poljane, dove attraversiamo la strada Škrbina/Scherbina-Lipa/Lippa di Comeno e imbocchiamo un vecchio sentiero, nascosto tra muretti di pietra, che collegava un tempo Škrbina/Scherbina e Lipa/Lippa di Comeno. Poco prima di entrare in paese, passiamo accanto alla pozza Bačilo, dove un tempo si abbeverava il bestiame, trasformato oggi in un “rifugio” per numerose specie acquatiche vegetali e animali. Arriviamo a Škrbina/Scherbina presso Dolnji Konec, proseguiamo quindi camminando attraverso il paese, fino al punto di partenza presso la scuola. L’escursione si conclude qui.

 

A Dolnji Konec, la parte inferiore del paese, visse il pittore e grafico Lojze Spacal (1907-2000), triestino, che amava trascorrere l’estate a Škrbina/Scherbina, dov’è anche stato sepolto. È considerato uno dei grafici più importanti sloveni e italiani della seconda metà del XX secolo, che ha saputo influenzare in modo evidente l’ambiente culturale europeo. Nelle sue opere è rappresentato soprattutto il Carso e rimane, ancor oggi, uno dei massimi interpreti di questa regione. Una collezione stabile delle sue opere è aperta alle visite nel castello di Štanjel.

 

Collegamenti:

Da Lipa/Lippa di Comeno ci si può dirigere allo Sv. Ambrož e al Trstelj (S4) oppure seguire il tracciato della linea ferroviaria verso Temnica/Temenizza (S3).

Da Škrbina/Scherbina si dipartono alcuni sentieri contrassegnati che conducono sulle alture a nord dell’altopiano carsico, Sv. Katarina, Ovčjak, Šumka e Sv. Martin.

 

Škrbina: Izlet po zaledju soške fronte na Komenskem Krasu

 

Dolžina/ trajanje izleta: 12,2 km, 3-4 ure

Zahtevnost: nezahtevno

Izhodišče: pri nekdanji šoli v Škrbini

Informacije: Turistično Društvo VRT, Škrbina

 

Izlet je speljan po osrčju Komenskega Krasa, po planotastem svetu med Škrbino, Svetim in Lipo, kraškimi vasmi, ki jih neposredni boji prve svetovne vojne niso zajeli, kar pa še ne pomeni, da niso bile prizadete. Predstavljale so neposredno zaledje frontne črte, še posebej po šesti soški bitki, ko so se boji z Doberdobskega Krasa preselili na Komenskega. Domačini so morali v begunstvo, vasi pa je zavzela vojska, ki je postavljala skladišča, razne delavnice in bolnišnice, kopala varna zavetja, gradila ceste, vodovode in vojaške železnice. 

Škrbina je vas v vznožju vzpetin, ki na severu obrobljajo planoto Krasa. Prvi zgodovinski podatki o vasi segajo v leto 1200, ko se vas Škrbina v seznamu goriških grofov omenja kot Serbin. Cesta deli naselje na dolnjo in gornjo vas, ki sta gručasto razporejeni okrog rodovitnih vrtač. Iz podobe vasi, ki jo sestavljajo kamnite kraške domačije, izstopa cerkev sv. Antona Padovanskega v gornjem delu vasi. Današnje svetišče je zraslo na prostoru cerkve iz začetka 16. stoletja, ki je bila kasneje večkrat povečana. Zvonik je oglejskega tipa, kar na Krasu zaradi nekdanje cerkvene pripadnosti Ogleju ni nič nenavadnega.  

Izhodišče za izlet je pred nekdanjo šolo v Škrbini, od koder krenemo v Dolenji Konec, južni del vasi. Na razpotju pri koritu zavijemo levo med stare hiše, kjer jo na naslednjem razpotju uberemo desno, ven iz vasi na kolovoz proti Svetemu. Po njem so nekdaj iz Svetega hodili v Škrbino v mlin ali h kovaču, nekateri pa še naprej obdelovat vinograde na vipavsko stran. Kmalu pridemo v gozd, skozi katerega se blago vzpenjamo do Sv. Miklavža. 

Sv. Miklavž je nad okoliški teren rahlo dvignjena vzpetina severno od vasi Sveto. Na njem je bilo gradišče, utrjeno železnodobno naselje, obdano z mogočnimi kamnitimi okopi, ki še danes spominjajo na prazgodovinsko poselitev Krasa. Eno zraven drugega sta bili celo dve taki naselji, Martinišče nekoliko zahodneje in Miklavž na vzhodnem robu. Slednjemu so dali ime po cerkvici sv. Miklavža, ki je tu stala v srednjem veku, na začetku prejšnjega tisočletja, do nje pa je vodila romarska pot. V času turških vpadov so si domačini tu uredili tabor, kamor so se zatekli pred napadi. 

Z utrjenega Miklavža se spustimo v vas Sveto. Med kamnitimi domačijami – ena je mogočnejša od druge – se sprehodimo do cerkve sv. Tilna. 

Cerkev sv. Tilna oziroma sv. Egidija stoji v osrednjem delu vasi, imenovanem Briteh (nekdaj je bilo ob cerkvi pokopališče). Sveto je namreč precej razpotegnjena in razčlenjena vas z več kot dvesto prebivalci. Cerkev, ki izvira iz 16. stoletja, je znamenita zaradi edinstvene zgradbe, saj na osrednjem stebru kot dežnik sloni osmerokotna strešna konstrukcija. Med baročno notranjo podobo lahko izpostavimo glavni oltar, sicer prenešen iz Gorice, ki velja za enega najlepših baročnih kamnitih oltarjev pri nas.

Ob cerkvi raste mogočna, »petstoletna« lipa, pod katero so se domačini zbirali in reševali skupne probleme. Nasproti lipe je vaški vodnjak, po domače štirna, iz katere so se pred prihodom vodovoda oskrbovali z vodo.

Če se od cerkve mimo nekdanje gostilne premaknemo v smeri Lipe, kamor smo namenjeni, opazimo na desni vojaško pokopališče.

Avstro-ogrsko vojaško pokopališče so postavili v času prve svetovne vojne na uravnavi sredi vasi, nedaleč od cerkve, v kateri je bila vojaška bolnišnica. Na njem je pokopanih okoli štiri tisoč vojakov, pretežno Madžarov. Sredi pokopališča še danes stoji piramidasti spomenik, značilen za pokopališča ogrskih polkov. 

Naprej od pokopališča, že izven vasi, na razpotju krenemo naravnost na makadamsko cesto (le nekaj deset korakov desno se skriva velik kal, kjer se je nekoč napajala živina). Že po slabih dvesto metrih, ko pridemo iz gozdička, zavijemo levo, nato pa po sto metrih (nasproti nič kaj pohvalnega smetišča) desno. Znajdemo se na trasi vojaške železnice iz prve svetovne vojne, ki je povezovala Dutovlje prek Komna s Kostanjevico.

O vojaški železnici, ki so jo v prvi svetovni vojni avstro-ogrski vojaki zgradili za oskrbo severnega dela kraškega bojišča, smo marsikaj povedali že pri izletih okoli Temnice, zato na tem mestu dodajmo le še to, da je kamniti nasip proge med Svetim in Temnico, po katerem nas bo vodila pot, zelo lepo ohranjen. Ker so lokomotive lahko samo vlekle vagone, niso pa mogle voziti vzvratno, so bila na progi posebna obračališča. Eno od njih je bilo med Svetim in Lipo, pod Golim vrhom, kjer še lahko opazimo razširitev, čeprav progo in objekte ob njej vse bolj požira gozd. Pokrajina ob progi je bila v času prve svetovne vojne povsem gola, kamnita, slabo poraščena. Kasneje so se s pogozdovanjem (predvsem s črnim borom) in upadom živinoreje nekdanji pašniki vse bolj zaraščali, pod krošnjami dreves so se skrili kilometri kamnitih zidov, ki so jih Kraševci zložili ob poteh ali med parcelami, ko so čistili (trebili) kamnito površje. 

Pot po trasi železnice nas pripelje na razpotje, kjer traso železnice prečka kolovoz, ki gre iz Lipe proti Ivanjemu Gradu. Tu se naš izlet združi z izletom med Temnico in Lipo, ki uporabi nadaljevanje železnice proti Temnici. Mi pa zavijemo desno na kolovoz proti Lipi. Kaj več o Lipi si lahko preberemo pri že omenjenem izletu iz Temnice.

Od cerkve v Lipi krenemo navzgor mimo pokopališča. Na razpotju na robu vasi zavijemo levo. Po dobrih sto metrih smo pri odcepu poti do dveh vojaških pokopališč.

Severovzhodno od vasi Lipa sta dve avstro-ogrski vojaški pokopališči, poimenovani Lipa I. in Lipa II. Pokopališče Lipa I leži južneje in je spremenjeno v travnik. Nagrobni križi so uničeni. V osrednjem delu je skupni spomenik brez napisa. Pokopališče Lipa II. je nepravilne tlorisne oblike. Pilastrski vhod in skupni osrednji spomenik sta obnovljena. Nekaj nagrobnih križev z imeni je vgrajenih na podporni zid levo od vhoda. Na tem pokopališču so pokopavali vojake iz 46. in 39. pehotnega polka (IR 46 in IR 39). Naborno območje teh dveh polkov je bila okolica Segeda in Debrecena na Madžarskem.

Od pokopališč se vrnemo na makadamsko cesto in gremo po njej naprej do ceste, ki Lipo povezuje z Dornberkom v Vipavski dolini. Nekaj sto metrov ji sledimo, nato pa na ovinku zavijemo navzdol do Šibeljev. 

Šibelji so majhna vasica ob cesti, ki pripelje iz Vipavske doline. Pod vasjo, v Lazih, je več obdelanih kraških dolin, med katerimi je posebej zanimiva največja, levo od kolovoza, ki pripelje iz vasi. Sredi doline je namreč lokva oziroma vodnjak, ki so ga izkopali avstro-ogrski vojaki. Zgornji, obzidan del je globok dobre tri metre in prav toliko širok, nato pa se še 16 metrov globoko nadaljuje navpičen jašek. Voda v tem izviru nikoli ne presahne, uporabljali so jo za pitje, v vozovi pa so jo vozili tudi za živino. Ob kolovozu, kjer zavijemo v dolino, je zanimiv kamen iz leta 1864, ki z vklesanim napisom spominja na nenavaden dogodek, ko je po močnem neurju voda zalila celotno dolino in se prelivala v sosednjo.

Iz Šibeljev gremo po kolovozu do Poljan, kjer prečkamo cesto Škrbina-Lipa in se podamo do stare poti, med kamnite zidove ujet kolovoz, ki je povezoval Škrbino in Lipo. Tik pred vasjo gremo mimo kala Bačilo, kjer se je nekdaj napajala živina, danes pa je voda pribežališče številnim vodnim živalim in rastlinam. Škrbino dosežemo v Dolnjem Koncu, od koder se skozi vas sprehodimo še do izhodišča pri šoli in tako zaključimo izlet.

V Dolnjem Koncu, spodnjem delu vasi, je živel slikar in grafik Lojze Spacala (1907-2000), Tržačana, ki je poletja najraje preživljal v Škrbini, kjer je tudi pokopan. Velja za enega najpomembnejših slovenskih in italijanskih grafikov druge polovice 20. stoletja, ki je vidno zaznamoval tudi evropski kulturni prostor. V svojem likovnem ustvarjanju je bil predan Krasu in še danes ostaja eden največjih interpretov te pokrajine. Stalna zbirka njegovih del je na ogled v gradu Štanjel.

Povezave:

Iz Lipe se lahko podamo na Sv. Ambrož in Trstelj (S4) ali se po trasi železnice sprehodimo do Temnice (S3).

Iz Škrbine vodijo označene poti na razgledne vzpetine na severnem robu planote, na Sv. Katarino, Ovčjaka, Šumko in na Sv. Martina.

 

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