I 3 - San Pier d'Isonzo - Sagrado / Špetr ob Soči – Zagraj
Sagrado, la Rosta
Sagrado, la Rosta
Da San Pier d’Isonzo a Sagrado

 

L’itinerario collega l’abitato di San Pier d’Isonzo a Sagrado attraverso strade secondarie e percorsi interpoderali tracciati più o meno lungo i principali canali che a cavallo tra XIX e XX secolo hanno permesso la bonifica dell’intero territorio monfalconese.

Il paese da cui partiamo mostra ancora nelle sue parti centrali, pur con alcune trasformazioni, la struttura urbana legata all’agricoltura, cui la comunità locale era dedita prevalentemente fino a tutto il XIX secolo.

Il nostro percorso lascia l’abitato nella sua parte nord-ovest per immettersi, dopo essere passato sotto al ponte autostradale, su quella che un tempo era la strada principale per Fogliano. Corriamo grosso modo paralleli al corso del fiume Isonzo e risaliamo il tracciato del canale secondario di San Pietro fino alla sua origine, poco a ovest delle case del paese vicino.

 

Il canale secondario di San Pietro è stato elemento fondamentale nello sviluppo economico- agrario del territorio. E’ uno dei quattro canali secondari che si dipartono dal canale de Dottori, creati all’inizio del XX secolo per l’irrigazione delle campagne estese dal Carso al mare. Ha origine dal canale principale in corrispondenza del bacino di Fogliano operta, mentrerbanistica te dopo la prima guerra, stro-ungaricoe.(eri piuttosto alti (in prevalenza pioppi, acacie, salici, scende quindi in direzione sud a lambire gli abitati di San Piero, Cassegliano, Turriaco, Begliano per concludere il suo corso presso Staranzano. Il tragitto in parte ricalca in parte si integra al corso di alcune rogge alimentate da risorgive, diramandosi in una ragnatela formata da numerose derivazioni minori (canaleti) per irrigare l’intero territorio agricolo con il sistema ad allagamento, oggi quasi dovunque sostituito dal più economico sistema a pioggia.

La strada bianca è affiancata alla nostra sinistra dal manufatto del canale, più alto rispetto al piano stradale. Oltre a questo, in direzione nord-ovest verso il fiume, la distesa dei campi è piuttosto irregolare, contrassegnata da alcuni gruppi di alberi abbastanza alti (in prevalenza pioppi, acacie, salici di fiume), che si stagliano sul più lontano filare lungo la riva fluviale. La loro presenza segnala l’antico corso della roggia di Sagrado, rivo naturale che avendo origine all’altezza di quel paese attraversava quindi Fogliano e si dirigeva verso San Pier d’Isonzo, alimentando con le sue acque alcune attività produttive.

In direzione sud-est si estende invece una campagna pianeggiante più regolare, coltivata prevalentemente a vigneto e cereali. La vicinanza della pendice carsica, ben visibile dall’intero percorso, giustifica la presenza di alcune trincee allineate nei campi, recentemente ben ripulite.

Nel pressi dell’abitato di Fogliano il canale, quasi giunto ormai alla sua origine, piega decisamente a nord e corre per un breve tratto a fianco del canale de Dottori.

Tralasciamo la strada e il ponte che conducono al centro del paese per piegare anche noi a sinistra, lungo la riva dell’acqua (via dei Campi). Alla nostra sinistra si notano alcuni interessanti fabbricati di una azienda agricola novecentesca. Oltre le acque ci sono le case di Fogliano.

Una deviazione in paese ci può portare alla parrocchiale di Santa Elisabetta, del 1906 (pregevole organo Nacchini) e alla chiesa di Santa Maria in Monte, ben visibile anche dal nostro percorso, costruita al centro di un forte veneziano e nota per gli affreschi cinquecenteschi attribuiti al Secante (o comunque alla scuola dell’Amalteo). Lungo la strada statale che attraversa la località, in direzione di Sagrado, si trova il cippo di che segnava il confine tra Venezia e l’Impero asburgico, fatto collocare nel XVIII secolo da Maria Teresa d’Austria; sulla stessa strada, nell’altra direzione, si incontra il cimitero militare austro-ungarico.

 

Riprendendo il nostro itinerario principale si giunge in breve al bacino su cui si trovava una centralina idroelettrica (demolita nel 1985), la prima delle cinque centraline situate sul canale de Dottori.

 

Aperto a collegare l’Isonzo con il golfo di Panzano da Sagrado a Monfalcone, inaugurato nel 1905, dopo lunghi anni di dibattiti e diverse ipotesi progettuali, il canale de Dottori ebbe un ruolo non indifferente nell’industrializzazione del Territorio e nel suo sviluppo agrario. Lungo il suo corso si situavano cinque centraline idroelettriche (a Fogliano, Redipuglia, Ronchi, Monfalcone-Anconetta, Monfalcone-Porto) che fornivano energia ad alcune fabbriche della zona (le concerie Acquaroli, il cotonificio di Vermegliano, molte altre fabbriche a Monfalcone); in prossimità dei salti da esse utilizzati si aprono tuttora le derivazioni che alimentano i canali secondari destinati all’irrigazione agricola.

Si procede lungo la riva, passando sotto a un viadotto costruito per un raccordo ferroviario rimasto inutilizzato e ci si avvicina a Sagrado. Alla nostra sinistra, oltre le campagne si può scorgere l’argine del fiume Isonzo.

Tra le prime case a destra si può vedere una ciminiera, elemento conservato a testimonianza della fabbrica conciapelli Acquaroli, uno degli opifici che, ancor prima dell’introduzione dell’energia elettrica, si alimentava grazie all’acqua della roggia di Sagrado.

Dopo aver attraversato il canale, si arriva in breve nel centro di Sagrado, per concludere il percorso nei pressi della chiusa sul fiume (localmente rosta) da cui ha origine il canale de Dottori.

Il paese, storicamente legato alla presenza del fiume e di alcuni passi di barca piuttosto redditizi, si sviluppò particolarmente tra fine Ottocento e primo Novecento. Vi fioriva all’epoca una discreta attività turistica, in parte dovuta a una “clinica per cure elettroterapiche” che i dottori Alimonda, triestini di origine orientale, avevano avviato nel loro palazzo sulla riva del fiume, una bella costruzione neo-medievale in fase di restauro. Guarda la riva, dall’alto di una gradinata, pure la facciata della chiesa di San Nicolò, mentre l’intero territorio è dominato dalla villa della Torre-Hohenlohe, o Castelnuovo, sede di una rinomata azienda vinicola sulla sommità della pendice carsica.

Lungo il tragitto, poco prima di giungere in piazza Vittoria, si scorge tra le case una chiusa più piccola, da cui si stacca l’ultimo tratto superstite dell’antica roggia che prende il nome dal paese.

Od Špetra ob Soči (S. Pier d'Isonzo) do Zagraja (Sagrado)
Pot od Špetra ob Soči (San Pier d'Isonzo) do Zagraja (Sagrado) poteka po lokalnih cestah in stezah med posestvi, večinoma vzdolž glavnih kanalov, ki so na prelomu 19. in 20. stoletja omogočili melioracijo celotnega tržiškega območja.

Osrednji del Špetra ob Soči (San Pier d'Isonzo) kljub posameznim spremembam še vedno kaže urbano strukturo vezano na kmetijstvo, ki je bilo glavna gospodarska dejavnost lokalne skupnosti vse do konca 19. stoletja.

Naša pot zapusti naselje na severozahodu in se malo naprej od avtocestnega nadvoza priključi na nekdanjo glavno cesto za Foljan (Fogliano). Pomikamo se vzporedno z reko Sočo in vzdolž Špetrskega prekopa (Canale secondario di San Pietro) vse do njegovega začetka zahodno od sosednje vasi.

Špetrski prekop (Canale secondario di San Pietro) je imel ključno vlogo pri gospodarsko-kmetijskem razvoju tega območja. Je eden od štirih sekundarnih kanalov Soškega prekopa (Canale De Dottori), ki so jih zgradili na začetku prejšnjega stoletja za namakanje polj na območju med Krasom in morjem. Od glavnega prekopa se odcepi pri Foljanu (Fogliano), nato pa se spusti na jug, mimo naselij Špeter ob Soči (San Pier d'Isonzo), Cassegliano, Turjak (Turriaco) in Begliano, ter se konča pri Štarancanu (Staranzano). Mestoma se združuje s kanali, ki jih napajajo arteški studenci, in razveji v mrežo številnih manjših odvodov; na ta način omogoča namakanje celotnega kmetijskega področja s sistemom poplavljanja, ki ga je danes sicer že skoraj povsod nadomestil bolj ekonomičen sistem škropljenja.
Na naši levi se vzdolž makadamske ceste dviguje utrjeni breg prekopa. Na severozahodni strani, proti reki, so polja precej razgibana, posejana z gručami razmeroma visokih dreves (v glavnem topolov, akacij in vrb), ki se dvigujejo pred nizom dreves vzdolž rečnega brega v ozadju. S svojo rastjo zarisujejo nekdanjo strugo naravnega potoka z izvirom pri Zagraju (Sagrado), ki je tekel skozi Foljan (Fogliano) proti Špetru ob Soči (San Pier d'Isonzo) in s svojo vodo poganjal stroje za več proizvodnih dejavnosti.

Proti jugovzhodu pa se razprostira ravna, bolj umirjena krajina, na kateri prevladujejo vinogradi in žitna polja. Bližina Kraške planote, katere pobočja so vso pot lepo vidna, pojasni, od kod na poljih strelski jarki, ki so bili pred nedavnim skrbno očiščeni.

V bližini Foljana (Fogliano) kanal, ki se začenja nekoliko više, odločno zavije proti severu in kratek čas teče ob Soškem prekopu (Canale De Dottori).

S ceste, ki prek mosta pelje v središče naselja, zavijemo levo na ulico Dei Campi vzdolž brega. Na levi lahko vidimo več zanimivih kmečkih poslopij iz prejšnjega stoletja. Na drugi strani kanala so foljanske hiše.

Če naredimo manjši ovinek v vas, pridemo do župnijske cerkve sv. Elizabete iz leta 1906 (dragocene orgle Nacchini) in do cerkve sv. Marije na gori, dobro vidne tudi z naše poti; zgrajena je bila sredi benečanske utrdbe in je znana po freskah iz 16. stoletja, ki jih pripisujejo Secanteju (oziroma Amalteovi delavnici). Ob državni cesti v smeri Zagraja (Sagrado) se nahaja mejni kamen, ki je označeval mejo med Beneško republiko in Habsburškim cesarstvom in ga je v 18. stoletju dala postaviti Marija Terezija; ob isti cesti, a v drugi smeri, leži avstro-ogrsko vojaško pokopališče.
Če gremo dalje po načrtovani poti, kmalu prispemo do manjšega jezera, kjer je nekoč stala mala hidroelektrarna (porušena leta 1985), prva od petih elektrarn na Soškem prekopu (Canale De Dottori).

Soški prekop (Canale De Dottori) so zgradili z namenom, da poveže Sočo s Tržiškim zalivom od Zagraja (Sagrado) do Tržiča (Monfalcone). Po dolgih letih razprav in različnih projektnih rešitev so ga odprli leta 1905 in odigral je pomembno vlogo pri industrializaciji in kmetijskem razvoju tega območja. Ob njem je stalo pet hidroelektrarn – Foljan (Fogliano), Sredipolje (Redipuglia), Ronke (Ronchi), Tržič-Anconetta (Monfalcone-Anconetta), Tržič-pristanišče (Monfalcone-Porto) –, ki so z elektriko oskrbovale lokalne industrijske obrate: strojarnico Acquaroli, bombažno predilnico v Vremljanu/Romljanu (Vermegliano) in številne tovarne v Tržiču. Na krajih, kjer so elektrarne izkoriščale padec, so še danes odvodi, ki napajajo sekundarne namakalne kanale.

Pot nas pelje vzdolž brega, pod viaduktom, zgrajenim za nikoli uporabljani tovarniški tir, in kmalu smo pri Zagraju (Sagrado). Onkraj polj na naši levi lahko opazimo nasipe ob Soči.

Desno med prvimi hišami vidimo tovarniški dimnik, ki se je ohranil kot pričevanje o strojarnici Acquaroli, enem od obratov, ki ga je še pred uvedbo elektrike poganjala vodna energija zagrajskega kanala.

Po prečkanju kanala kmalu prispemo v središče Zagraja (Sagrado). Pot zaključimo pri rečni zapornici (imenovani tudi rosta), kjer se začenja Soški prekop (Canale De Dottori).

Kraj, ki je bil v svoji zgodovini vselej vezan na reko in precej donosno brodarstvo, se je še posebej razvil na prelomu 19. in 20. stoletja. Takrat je cvetela tudi turistična dejavnost, delno po zaslugi "klinike za elektroterapevtsko zdravljenje", ki so jo zdravniki Alimonda, Tržačani vzhodnjaškega porekla, odprli v svoji palači ob rečnem bregu, mogočni stavbi iz 19. stoletja, ki jo trenutno prenavljajo. Na obrežje gleda tudi pročelje cerkve sv. Nikolaja, do katere vodi stopnišče. Nad celotnim območjem s Kraške planote gospoduje vila Torre-Hohenlohe oziroma Castelnuovo, sedež slovite vinarske hiše.

Ob poti, malce pred trgom Vittoria, opazimo med hišami manjšo zapornico, kjer se odcepi zadnji ohranjeni del starega kanala, imenovanega po tem naselju.

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